Andria, anni Sessanta, c’è fermento in strada: è il giorno della zoitë (“della sposa” ovvero il giorno del matrimonio). Un matrimonio tra due giovani, Gina e Nicola, che avviene secondo la più genuina tradizione popolare, in una città ancora popolata da figure caratteristiche come il lattaio, l’arrotino, il calzolaio, il venditore di lupini, il venditore di olio. Da quando Nicola ha mandato “u mëzzèinë” a chiedere la mano di Gina, tutto si svolge secondo una precisa ritualità: la fidanzata ha ricevuto dai suoceri “u chëngirtë” (una parure di orecchini, collana e bracciale), ha accuratamente lavato e stirato il corredo per esporlo a parenti e vicini di casa e finalmente è pronta a suggellare davanti al Signore, nella solennità del rito celebrato in chiesa, il patto d’amore che porterà alla nascita di una nuova famiglia.