Ambientato nel paesaggio splendido della Maremma, dove la civiltà contadina si fonde con le vestigia di altre antichissime culture, è la ricostruzione degli ultimi giorni di vita del brigante Domenico Tiburzi, catturato ed ucciso in un casale vicino a Capalbio, nel Grossetano, nel 1896, da un capitano dei carabinieri piemontese. Il parroco del luogo, malgrado si tratti di un uomo ormai anziano si opporrà alla sepoltura in terra consacrata. Più che una biografia è un'indagine sociologica svolta a comprendere come il brigante, legato ai latifondisti da una serie di connivenze e rifugiatosi in Francia per cinque anni, sia stato integrato così profondamente nella cultura della Maremma.