Sergio, un giovane metallurgico, fra l'altro amico fraterno di "Apache" - un terrorista - abbandona il posto di lavoro per associarsi, in un capannone di fortuna, a un gruppo di Autonomia, che gestisce una radio, organizza "espropri proletari" e fa sproloqui politici. Finisce in un carcere di massima sicurezza, dove s'incontra con "Apache" e altri terroristi. Non condivide le tesi della lotta armata e dà anche qualche prova di umanità nel confronto di altri carcerati, presi violentemente di mira dagli estremisti, ma rifiuta arrogantemente di collaborare con la polizia. La violenta repressione di una rivolta, scoppiata in carcere ad opera degli estremisti e alla quale è praticamente estraneo, lo sconvolge irrimediabilmente, spingendolo a schierarsi dalla parte dei terroristi.